Dal rischio ignorato alla tutela obbligatoria: come cambia la protezione delle imprese italiane di fronte alla crisi climatica
Il cambiamento climatico non è più un’insidia remota, ma un problema che ogni anno presenta un conto sempre più esoso.
Gli eventi estremi si moltiplicano, devastando di frequente comunità ed economie.
Nel 2024 – lo si evince dall’ultimo report di AON – i disastri naturali hanno causato perdite per 368 miliardi di dollari in tutto il mondo, di cui circa il 40% non rimborsati.
Malgrado le evidenze scientifiche e i costi crescenti, le risposte dei decisori politici sono ancora vaghe e frammentarie.
In Italia la situazione è allarmante
Il Paese è esposto a rischi sismici ed idrogeologici rilevanti, ma la propensione a dotarsi di una tutela assicurativa è storicamente molto bassa.
I danni complessivi ammontano a circa un miliardo di euro, e solo la metà sono indennizzabili.
Il riconoscimento dell’urgenza di un’azione concreta induce il legislatore a varare un drastico provvedimento: l’obbligo di stipulare una polizza contro fenomeni come terremoti, alluvioni, frane e inondazioni.
Dopo un iter travagliato e un paio di rinvii, dal 31 marzo la totalità delle attività industriali, commerciali e artigianali dovrà adeguarsi.
L’intento è duplice
- ridurre l’impatto economico delle catastrofi,
- promuovere una maggiore consapevolezza nel sistema produttivo.
Il vantaggio per le aziende è manifesta:
In caso di calamità, la possibilità di ripartire subito grazie a un risarcimento assicurativo può scongiurarne la chiusura definitiva.
Per le piccole e medie imprese, il premio della polizza è stimato in poche centinaia di euro l’anno, un importo abbordabile rispetto a esborsi per spese di ripristino potenzialmente milionarie.
Inoltre, chi sceglie di non uniformarsi non potrà usufruire:
- degli incentivi pubblici,
- dei sussidi,
- delle garanzie sui prestiti bancari.
Sebbene sia innegabile l’accelerazione nell’approccio ai rischi ambientali, finora ci si è limitati ad inserire un semplice tassello in un puzzle assai più esteso.
La rivoluzione sarà completata soltanto quando la cultura della prevenzione e della responsabilità avrà larga diffusione.
Di fronte alla natura che si ribella, l’unica opzione è smettere di giocare d’azzardo con il futuro.