Investire nei bulbi di tulipano: una scommessa finanziaria del ‘600 finita nel primo crack speculativo della storia

Giovani collezionisti e artiste donne al centro della scena contemporanea Colori accesi, forme oniriche e provocazione visiva: l’arte oggi non è solo bellezza, ma anche asset strategico. Cresce il numero di under 35 che acquistano arte come investimento, con una netta preferenza per opere di artiste donne. Scopri perché il mercato guarda al femminile e come il valore simbolico delle opere si trasforma in valore economico.
Campi di tulipani colorati con mulini a vento tradizionali in Olanda sotto un cielo azzurro con nuvole

L’avventura dei tulipani inizia in Turchia: qui vengono coltivati per la prima volta nel XIII secolo. Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore di Ferdinando I alla Corte di Solimano il Magnifico fa arrivare i primi bulbi in Europa nel 1554, destando grande stupore. Intorno al 1560 sono già ‘di moda’ e vengono importati in particolare in Olanda dalla Turchia. La loro popolarità cresce rapidamente: la domanda supera l’offerta ed ecco innescarsi la molla del business, culminata nei prezzi esorbitanti e nel triste epilogo della famosa ‘Bolla dei Tulipani’ del 1637.

Still Life with Tulips di Johannes Bosschaert - 1628
Investire nei bulbi di tulipano: una scommessa finanziaria del '600 finita nel primo crack speculativo della storia. 1

Still Life with Tulips di Johannes Bosschaert – 1628

La febbre dei tulipani: oggetto di desiderio di borghesi e mercanti

Le varietà rare diventano un lusso:  è la febbre dei tulipani, che trasforma un semplice fiore nell’oggetto di desiderio più ambito dalla borghesia. Il bulbo del tulipano diventa così un vero e proprio investimento, con precise quotazioni di mercato. In molti si ingegnano per trarne il massimo profitto. Considerando i lunghi tempi di coltivazione e crescita, il bulbo si trasforma gradatamente in numero e poi in concetto, lasciando spazio a contratti e speculazioni sempre più teoriche, vere e proprie scommesse e promesse di ricchezza.

Le contrattazioni avvengono in aste pubbliche o private (riunioni di coltivatori e commercianti riuniti nelle locande) in diverse città olandesi. Nel periodo 1620-30 la produzione del tulipano più ricercato, il Semper Augustus, è controllato da un singolo proprietario. Per dare un’idea del volume di grandezza il costo di un bulbo passa da 1.000 fiorini nel 1623 a 3.000 nel 1625 (in Olanda il salario medio annuo oscilla sui 150 fiorini).

Dopo gli anni ’30 si diffonde l’abitudine di prenotare i bulbi migliori e stipulare contratti già in autunno, in attesa della consegna dopo qualche mese. L’affare diventa sempre più appetitoso e redditizio: alcuni commercianti firmano contratti stellari senza avere neanche un bulbo piantato: operazioni in grande stile diventate famose come ‘il commercio dei tulipani di carta’, fogli firmati senza mostrare fiori e bulbi.

Si paga di consueto un acconto del prezzo finale saldando alla consegna. I contratti già stipulati diventano però oggetto di negoziazione e scambi intermedi tra commercianti. Ed ecco nascere una lunga catena di compra vendite senza verificare che gli acquirenti abbiano davvero il denaro per saldare il debito finale e i venditori abbiamo davvero i bulbi che si impegnano a consegnare.

Una vera e propria bolla speculativa: circola molto denaro ‘teorico’ e se ne impegna poco all’inizio, nella speranza di spuntare alti prezzi finali. Si arriva addirittura a vendere immobili per acquistare i diritti sui bulbi più grandi e pregiati.

Pare impossibile eppure un fiore di tulipano del valore di 3.000 fiorini poteva essere scambiato nel gennaio 1637 con un’incredibile quantità di merci: 8 maiali grassi, 4 buoi grassi, 12 pecore grasse, 24 tonnellate di grano, 48 tonnellate di segale, 2 botti di vino… e altre merci ancora (Mike Dash, La febbre dei tulipani”, BUR 2013, Milano, pag. 206). Alla scadenza del contratto, chi l’aveva sottoscritto doveva naturalmente pagare il saldo. Ma il compratore iniziale non era affatto interessato allla consegna: aveva comprato tulipani di carta solo per rivenderli dopo poco ricavandone un profitto. Il gioco d’azzardo che si crea scatena una spinta al rialzo in una frenetica corsa ad acquistare e rivendere.

Da ottobre 1636 a gennaio 1637 alcuni bulbi passano di mano nella compravendita fino a dieci volte e il loro prezzo cresce fino a venti volte. Il crollo arriva il 5 febbraio 1637. La febbre dei tulipani diventa terrore: un’asta di bulbi va deserta diffondendo il panico. Il mercato dei tulipani crolla del tutto e le negoziazioni si interrompono improvvisamente, gettando nel lastrico molte famiglie.

Questa bolla viene considerata il primo crack finanziario della storia, nato da un comportamento basato sulla speranza di un facile guadagno basato su una speculazione teorica, senza lavoro vero.

Natura morta di fiori di Jacob Van Huysum
Investire nei bulbi di tulipano: una scommessa finanziaria del '600 finita nel primo crack speculativo della storia. 2

Natura morta di fiori di Jacob Van Huysum

Artefice dei rari disegni sul fiore è il Virus del mosaico, presente anche nella rosa

Non è facile selezionare le varietà di tulipano e prevedere colore e forma del fiore: la natura ‘gioca’ improvvisando screziature, macchie a forma di piuma o fiamma che rendono alcuni esemplari unici. Si è scoperto dopo il perché di queste varianti bizzarre: il virus del mosaico, tipico di numerosi ortaggi e fiori come la rosa. Dal bulbo principale si trasmette ai bulbilli, con l’effetto di indebolire la pianta: per questo la produzione delle tipologie più pregiate di tulipani può essere molto lenta.


Ferdinando I d’Asburgo

Ferdinando I d’Asburgo (Alcalá de Henares, 10 marzo 1503 – Vienna, 25 luglio 1564) è stato Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1556 al 1564, e sovrano di Boemia e Ungheria dal 1526.


La Tulipaniera: ceramica artistica del ‘600

E’ un recipiente costituito da numerose aperture opportunamente distribuite sulla superficie del vaso in modo da consentire una armonica distribuzione degli steli dei fiori con la con
seguente possibilità di ammirarne la composizione. La funzionalità di questo oggetto coniuga l’esigenza di collocare i tulipani recisi in un vaso con una precisa volontà di carattere estetico, considerata anche la particolare flessuosità dello stelo del tulipano. La tulipaniera consente di comporre in maniera ordinata i fiori e di ammirarne la forma nella sua isolata purezza. La ceramica di Delft ha prodotto nel tempo numerose tipologie di Tulipaniera, interessanti esempi di antiquariato del settore ceramica.

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Tulipaniera, opera isolata – manifattura savonese (metà XVIII)

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