Crediti fiscali e commerciali: ciò che devi sapere su cessione, rischi e opportunità

Cessione del credito: guida completa su 'fiscali' e 'commerciali'

Guida pratica su come funziona la cessione tra privati, banche e aziende: credito d’imposta (Superbonus, Ecobonus) e crediti commerciali, comprensiva di vantaggi, limitazioni e differenze tra pro‑soluto e pro‑solvendo

Nel mondo della finanza d’impresa e della gestione patrimoniale, la cessione del credito rappresenta una leva strategica cruciale, ma spesso poco compresa nelle sue implicazioni pratiche. Complice anche la recente stagione di incentivi fiscali legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi, oggi più che mai è importante distinguere — con chiarezza e rigore — tra le varie forme di cessione: fiscali e commerciali, tra privati o verso banche e intermediari, pro-soluto o pro-solvendo.

Questa guida è pensata per professionisti, imprenditori e manager che desiderano muoversi con consapevolezza nel mondo della cessione dei crediti, valutandone benefici e rischi, opportunità e vincoli.


Cessione del credito: di cosa parliamo esattamente?

Per “cessione del credito” si intende, in termini giuridici, il trasferimento della titolarità di un credito da un soggetto (cedente) a un altro (cessionario). È disciplinata dal Codice Civile agli articoli 1260 e seguenti.

Esistono due grandi famiglie:

  • Cessione del credito fiscale: riguarda i crediti derivanti da bonus statali, come il Superbonus 110%, l’Ecobonus, il Bonus Facciate, il Bonus Ristrutturazioni, ecc.
  • Cessione del credito commerciale: riguarda invece crediti originati da transazioni tra aziende, ad esempio il saldo di una fattura per fornitura o prestazione di servizi.

La differenza non è solo formale: cambia completamente la logica del mercato, la normativa di riferimento, la documentazione necessaria e le possibilità operative.


Crediti fiscali: strumenti, soggetti e regole

Nel caso dei crediti fiscali, il meccanismo nasce da un incentivo pubblico: lo Stato concede al contribuente un “credito d’imposta” che può essere portato in compensazione nei pagamenti futuri (tramite F24), oppure ceduto a terzi.

Chi può cedere?

  • Privati (solo se collegati a interventi su immobili residenziali)
  • Imprese edili (che effettuano i lavori)
  • Professionisti e committenti (con differenze tra bonus e bonus)
  • Enti pubblici e condomìni (con limiti specifici)

Chi può acquistare?

  • Banche e intermediari finanziari
  • Altre imprese
  • Persone fisiche (se previsto)
  • Fondi di investimento e veicoli strutturati

Come funziona operativamente?

La cessione del credito fiscale avviene tramite la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate, dove viene “caricato” il credito e successivamente “accettato” dal cessionario. La tracciabilità è obbligatoria e richiede spesso un processo di verifica documentale (dossier tecnico, asseverazioni, congruità dei costi, ecc.).

Limiti attuali

Dopo le strette normative introdotte dal 2022 e confermate nel 2023-24:

  • Le cessioni successive sono fortemente limitate.
  • Solo soggetti qualificati possono acquistare più di una volta.
  • I crediti non sono tutti cedibili (alcuni sono “incagliati”).

Crediti commerciali: uno strumento flessibile per l’impresa

Ben diverso è il mondo dei crediti commerciali, cioè di quei crediti che derivano da operazioni di vendita, fornitura o prestazione di servizi tra due soggetti economici.

Esempio classico:

Un’azienda emette una fattura da 30.000 euro per la fornitura di materiali. Il cliente ha 60 giorni per pagarla. Ma l’azienda ha bisogno subito di liquidità. Può cedere quel credito a una banca o un fondo specializzato, che lo anticipa con uno sconto.

Questa è la logica del factoring o della cessione di fatture, spesso anche tramite piattaforme digitali (invoice trading).


Pro-soluto vs Pro-solvendo: la clausola che cambia tutto

Una delle distinzioni più rilevanti — e spesso trascurate — riguarda la modalità di cessione:

Cessione pro-soluto

Il cessionario (es. la banca) assume il rischio di insolvenza. Se il debitore non paga, la banca non può rivalersi sul cedente. È la formula più sicura per chi cede, ma spesso con condizioni economiche meno favorevoli (commissioni più alte).

Cessione pro-solvendo

Il cedente rimane garante del pagamento. Se il debitore non onora il credito, la banca può esigere il rimborso dal cedente. Più rischiosa, ma generalmente più conveniente dal punto di vista dei costi.


Vantaggi e rischi della cessione

Vantaggi principali

  • Liquidità immediata: trasformare un credito in denaro contante.
  • Alleggerimento del bilancio: soprattutto nel factoring, dove il credito esce dall’attivo.
  • Migliore gestione del cash flow: ideale per PMI con clientela a pagamento dilazionato.

Rischi e attenzioni

  • Contenziosi sul credito ceduto (soprattutto nel caso di bonus fiscali non ben documentati)
  • Vincoli di bancabilità: non tutti i soggetti sono considerati “buoni cedenti”
  • Costi impliciti: spread, commissioni, sconti sul valore nominale

Confronto sintetico

CaratteristicaCredito FiscaleCredito Commerciale
OrigineBonus edilizi o fiscaliVendita beni o servizi
Modalità di cessioneSolo tramite ADELibera (scrittura privata)
Acquirenti tipiciBanche, intermediariBanche, fondi, piattaforme
Verifica documentaleRigorosa, tecnica e fiscalePiù snella
Modalità pro-solutoPossibile ma raraMolto frequente
Rischio incassoMedio-altoDipende dal contratto

La cessione del credito, che si tratti di una detrazione fiscale da bonus edilizio o di una semplice fattura, non è un’operazione secondaria. È uno strumento di pianificazione finanziaria, un mezzo di ottimizzazione del capitale circolante e, in tempi di incertezza, una via di sopravvivenza per molte PMI.

Tuttavia, come ogni strumento potente, va utilizzato con attenzione: capire la natura del credito, scegliere il giusto partner, negoziare le condizioni contrattuali, e — soprattutto — valutare il rischio residuo sono passaggi imprescindibili.

Chi riesce a padroneggiare questi aspetti può trasformare un problema di incasso in un’opportunità di crescita.

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