Come calcolare (davvero) quanto ti costa un prestito

Come calcolare (davvero) quanto ti costa un prestito

TAN, TAEG e i costi nascosti nei preventivi di finanziamento

Accade spesso: si riceve un preventivo per un prestito e si guarda solo la rata mensile. “Bassa”, apparentemente sostenibile, magari perfino allettante. Ma è lì che inizia il vero problema. Dietro a quella cifra possono nascondersi una miriade di costi, tassi e commissioni che, sommati, rendono il prestito molto più caro di quanto sembri. Ecco perché è fondamentale imparare a leggere un preventivo in modo consapevole, andando oltre il numero più evidente.

Questo articolo è una guida concreta — e senza tecnicismi inutili — per capire quanto ti costa davvero un prestito. Parleremo di TAN, TAEG, spese accessorie, e delle trappole più comuni.


TAN e TAEG: la prima distinzione fondamentale

TAN (Tasso Annuo Nominale) e TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) sono due indicatori diversi, e confonderli è il primo errore da evitare.

  • TAN: è il tasso “puro” di interesse applicato al prestito, espresso su base annua. È utile, ma parziale: non tiene conto dei costi accessori.
  • TAEG: è il vero indicatore del costo totale del prestito su base annua, perché include anche spese e commissioni obbligatorie (istruttoria, incasso rata, assicurazione se obbligatoria, bolli, ecc.).

Se guardi solo il TAN, stai vedendo solo la punta dell’iceberg.

Un prestito con TAN al 5% può avere un TAEG al 9% o più. E quella differenza è ciò che veramente stai pagando.


Come si legge un preventivo di finanziamento?

Un buon preventivo deve contenere almeno questi dati:

  1. Importo richiesto (es. 10.000 €)
  2. Durata (es. 60 mesi)
  3. Rata mensile (es. 205,60 €)
  4. TAN (es. 7,5%)
  5. TAEG (es. 10,2%)
  6. Costo totale del finanziamento (es. 12.336 €)
  7. Spese accessorie (elencate in dettaglio)

Controlla sempre l’importo totale da rimborsare: è l’unico dato che non mente.


Spese accessorie: dove si nascondono i veri costi

Molti clienti si sorprendono scoprendo che le voci di spesa non sono solo gli interessi. Tra i costi più comuni:

  • Spese di istruttoria: da 100 a 300 €, a seconda dell’istituto
  • Commissioni di intermediazione: se presenti, possono incidere moltissimo
  • Spese di incasso rata: anche 2-3 € al mese
  • Assicurazione facoltativa (ma di fatto “obbligatoria”)
  • Imposta di bollo o sostitutiva

Tutte queste voci pesano sul TAEG e quindi sul costo reale del prestito.


Occhio alla rata “bassa”: può essere una trappola

Una rata bassa non significa un buon prestito. Ecco perché:

  • Durata troppo lunga: un prestito da 10.000 € in 10 anni può costarti oltre 16.000 €
  • Tasso variabile sottovalutato: la rata oggi è bassa, ma tra 6 mesi?
  • Costi nascosti non inclusi nella rata: ad esempio, una maxi-spesa iniziale per avviare la pratica

Chiediti sempre: quanti soldi mi usciranno in tutto dalle tasche per questo prestito?


Quando un prestito è “buono”?

Non esiste un tasso valido per tutti, ma alcuni indicatori oggettivi sì:

  • Il TAEG è contenuto, coerente con le medie di mercato
  • La durata è compatibile con la tua capacità di rimborso
  • I costi accessori sono chiari e trasparenti
  • La rata non incide oltre il 30-35% del tuo reddito disponibile

E soprattutto: il prestito deve avere un obiettivo sensato, non essere una toppa temporanea.


Ricapitolando…

Un prestito può essere un ottimo alleato per realizzare progetti importanti, ma solo se lo scegli in modo consapevole. La chiave è leggere con attenzione il preventivo, confrontare il TAEG (non solo il TAN), analizzare tutte le spese accessorie, e fare due conti in tasca.

Una decisione presa in 10 minuti può pesare sul tuo bilancio per anni.

Meglio spenderci 30 minuti in più oggi… che pentirsene per i prossimi 60 mesi.

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