Sbloccata la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. Una buona notizia (vera) per imprese, famiglie e operatori.
Da sapere per chi ha ancora crediti fiscali da Superbonus nel cassetto e non riesce a cederli: la detrazione in 10 anni torna pienamente operativa. Dopo mesi di incertezze, blocchi operativi e interpretazioni controverse, l’Agenzia delle Entrate ha aggiornato il sistema telematico, consentendo finalmente la gestione delle rate decennali direttamente in dichiarazione.
Il nodo tecnico è stato risolto
Il problema, finora, non era normativo, ma tecnologico e procedurale. Nonostante la legge consenta di diluire su dieci anni l’utilizzo in detrazione dei crediti maturati da Superbonus, la piattaforma dell’Agenzia non permetteva di indicare correttamente queste quote, creando un effetto paralizzante.
Molti soggetti — tra cui banche, assicurazioni, fondi, ma anche cittadini e imprese — avevano crediti formalmente validi ma inutilizzabili, perché la macchina non era pronta. Il risultato era un paradosso: i crediti c’erano, ma non potevano essere spesi, né ceduti facilmente.
Adesso, il blocco è stato superato: la gestione in 10 rate annuali è nuovamente attiva, e i crediti possono essere inseriti correttamente nella dichiarazione dei redditi 2024 (modello Redditi 2025).
Perché è importante per imprese e professionisti
Molte imprese edili o professionisti che hanno ricevuto crediti come pagamento per lavori effettuati (soprattutto su condomini o cantieri 110%) non sono riusciti a monetizzare attraverso la cessione, anche a causa del blocco della cessione plurima.
In questi casi, la possibilità di utilizzare direttamente i crediti, ma spalmandoli su un arco temporale più lungo, rappresenta una vera via di uscita. Anziché perdere l’accesso al beneficio, i soggetti titolari possono ora recuperarli — magari in modo più lento, ma certo.
Lo stesso vale per contribuenti incapienti o società che hanno poco spazio fiscale: una detrazione su 10 anni permette un uso più efficiente e strategico del credito.
Un esempio semplice
Prendiamo un credito residuo da 100.000 euro. Se detraibile in 4 anni, significherebbe 25.000 euro all’anno. Ma se il titolare ha un’imposta annua inferiore, ne perderebbe una parte.
Con la nuova possibilità di rateizzare in dieci anni, si potranno utilizzare 10.000 euro all’anno, massimizzando la detrazione senza perdita di efficacia fiscale.
Attenzione: non cambia la non-cedibilità
È bene ricordarlo: questa riattivazione non riguarda la cessione del credito, che resta limitata alle prime cessioni o a soggetti qualificati secondo le regole del decreto 11/2023.
Quello che cambia è la possibilità per il titolare del credito di usarlo in proprio in 10 anni. Una novità pratica, concreta, e perfettamente in linea con la normativa.
Cosa fare adesso
Chi ha ancora crediti in pancia può:
- Verificare nel proprio cassetto fiscale quali sono le annualità ancora utilizzabili;
- Valutare con il proprio consulente fiscale se l’utilizzo in 10 anni sia più vantaggioso rispetto all’opzione in 4 anni;
- Monitorare le tempistiche dichiarative e assicurarsi che il credito venga indicato correttamente nella prossima dichiarazione;
- Ripensare le proprie strategie: in molti casi il credito, oggi, vale di più usato che ceduto.
Il punto di vista di GrifoNews
Nel silenzio generalizzato della stampa feneralista, questa è una notizia concreta, positiva e operativa.
Non si tratta di promesse o bozze di decreto, ma di un adeguamento reale del sistema dell’Agenzia delle Entrate, con effetti immediati su migliaia di soggetti in attesa.
In un momento in cui i crediti fiscali sembrano bloccati ovunque, questa piccola apertura riattiva flussi, sblocca conti e permette di ridare dignità ai crediti maturati.
Non sarà una soluzione per tutti — serve comunque capienza fiscale — ma rappresenta una possibilità concreta da non sottovalutare.