Il Rapporto Mensile di luglio 2025 dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) offre un’istantanea chiara e significativa del sistema creditizio italiano. Le banche mostrano segnali di ripresa: tassi d’interesse in lieve diminuzione, raccolta in crescita, qualità del credito stabile. Ecco i punti salienti del contesto attuale, perfetti per imprenditori, manager o professionisti che vogliano orientarsi con consapevolezza.
Tassi di mercato: diminuiscono i brevi, crescono i lunghi
- Nei primi 17 giorni di luglio 2025, l’Euribor a 3 mesi è rimasto stabile a circa 1,99%, identico al dato di giugno (1,98%) e in netto calo rispetto al 2,84% di dicembre 2024.
- I BOT a sei mesi hanno registrato un rendimento lordo medio dell’1,92%, poco sotto il 1,93% di giugno e ben al di sotto del 2,62% di fine 2024.
- Al contrario, l’IRS a 10 anni, riferimento per i mutui a tasso fisso, ha toccato il 2,64%, in leggera salita rispetto al 2,56% di giugno e superiore al 2,23% di dicembre 2024.
- Allo stesso modo, il rendimento dei BTP a 10 anni è salito al 3,55%, da 3,50% di giugno e 3,34% di dicembre scorso.
I tassi sui prestiti: terreno fertile per imprese e famiglie
- A giugno 2025, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,56%, da 3,66% di maggio e 5,45% di dicembre 2023.
- I mutui casa hanno mantenuto un tasso medio di 3,17%, stabile rispetto a maggio ma nettamente inferiore al 4,42% di dicembre 2023.
- Considerando l’intera platea dei prestiti in essere (non solo nuovi), il tasso medio è calato al 4,02% rispetto al 4,08% di maggio.
Raccolta in ripresa e margini ancora solidi
- La raccolta diretta (depositi + obbligazioni) è cresciuta dell’1,0% su base annua a giugno 2025, consolidando il trend iniziato nel 2024.
- La raccolta indiretta, ovvero investimenti in titoli custoditi dalle banche, ha segnato un +104,5 miliardi tra maggio 2024 e maggio 2025.
- Lo spread, ovvero il margine tra tassi sui prestiti e tassi sulla raccolta, è rimasto elevato: circa 198 punti base sulle nuove operazioni con famiglie e imprese.
Qualità del credito: i segnali sono rassicuranti
- A maggio 2025, i crediti deteriorati netti (sofferenze e posizioni problematiche al netto degli accantonamenti) sono lievemente diminuiti a 31,2 miliardi di euro, marginalmente sotto i 31,3 miliardi di dicembre 2024 .
- In rapporto al totale crediti, rappresentano solo l’1,50%, rispetto all’1,51% del dicembre precedente e ben lontani dal picco del 9,8% del 2015.
Perché leggere questo rapporto conviene?
- Accesso al credito più leggero: le famiglie e le imprese beneficiano di condizioni più favorevoli sui prestiti, grazie alla politica monetaria espansiva della BCE iniziata nell’estate 2023.
- Chiarezza sui costi reali: grazie alla differenza tra tassi sui prestiti e raccolta, è possibile quantificare la redditività degli istituti e valutare meglio le offerte.
- Solidità del sistema: il trend di miglioramento della qualità del credito unito alla ripresa della raccolta rafforza la fiducia nel settore bancario italiano.
Cosa significa tutto questo per te?
- Se stai pensando di stipulare un mutuo casa, il tasso medio del 3,17% su nuove operazioni indica un contesto ancora favorevole. E per chi preferisce fisso, attenzione all’IRS a 10 anni che – seppur in aumento – rimane moderato a 2,64%.
- Per finanziamenti alle imprese, il tasso medio del 3,56% rappresenta un’opportunità: permette di investire o liquidare impegni a costi più contenuti rispetto alla fine del 2023.
- I piccoli prestiti, soprattutto grazie ai tassi più bassi, stanno diventando più accessibili: importi medi richiesti in crescita, soluzioni snelle e tempi rapidi di erogazione (come documentato da PrestitiOnline.it).
Il rapporto ABI di luglio 2025 fotografa un sistema bancario italiano in ripresa: tassi in discesa, prestiti in aumento, raccolta in crescita e crediti deteriorati sotto controllo. Per chi si muove nel mondo delle PMI, dei manager o della libera professione, è il momento giusto per valutare opportunità sul credito e cogliere condizioni più favorevoli.