Lavoratori notturni e pensione anticipata: chi ne ha diritto e quali sono i requisiti

I lavoratori notturni hanno diritto a misure agevolative per la pensione anticipata. Scopri requisiti, notti minime da svolgere e condizioni per accedere ai benefici previdenziali.
Lavoratori notturni al lavoro sui binari in una strada di Milano

Nel sistema previdenziale italiano esistono delle importanti misure agevolative dedicate a specifiche categorie di lavoratori che, per la natura particolarmente gravosa delle mansioni svolte, possono accedere alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti ordinari. Tra questi, i lavoratori notturni sono una delle categorie tutelate.

Essere riconosciuti come “lavoratori notturni”, secondo criteri ben precisi, permette di accedere a due importanti canali di pensionamento anticipato:

  • la pensione di anzianità con requisiti ridotti, sopravvissuta alla riforma Fornero
  • la pensione anticipata per lavoratori precoci con 41 anni di contributi

Ma chi è considerato realmente un lavoratore notturno ai fini previdenziali? E quali condizioni bisogna soddisfare per poter ottenere questi benefici?

Lavoro notturno e vantaggi previdenziali

Il lavoro notturno è da sempre riconosciuto come particolarmente usurante, per via dei ritmi alterati, del carico fisico e psicologico e dell’impatto sulla salute. Per questo motivo, il legislatore ha previsto una serie di agevolazioni pensionistiche, che si concretizzano in:

  • la possibilità di accedere a una pensione di anzianità con requisiti ridotti rispetto a quelli ordinari (che sono oggi fissati a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi)
  • la possibilità di rientrare nella categoria dei lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi effettivi prima dei 19 anni di età e che, se svolgono mansioni particolarmente gravose, possono andare in pensione con 41 anni di contributi senza ulteriori requisiti anagrafici

Pensione di anzianità per lavoratori notturni: requisiti

I lavoratori notturni possono accedere alla pensione di anzianità agevolata secondo lo schema della cosiddetta “quota 97,6”, che richiede:

  • 61 anni e 7 mesi di età
  • 35 anni di contributi
  • somma tra età e anzianità contributiva pari almeno a 97,6

Tuttavia, l’accesso a questa forma di pensionamento agevolato dipende dal numero di notti lavorate ogni anno.

Ecco come funziona!

Per quanto riguarda la pensione di anzianità riservata ai lavoratori notturni, il numero di notti lavorate ogni anno gioca un ruolo fondamentale nel determinare i requisiti di accesso. In particolare, chi ha svolto almeno 78 notti di lavoro notturno all’anno può accedere al trattamento pensionistico con quota 97,6, cioè sommando 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi.

Se invece le notti lavorate annualmente sono comprese tra 72 e 77, l’accesso alla pensione sarà possibile solo con una quota più elevata, pari a 98,6, che corrisponde a 62 anni e 7 mesi di età uniti a 35 anni di contribuzione.

Chi ha lavorato tra le 64 e le 71 notti l’anno, infine, potrà andare in pensione con una quota ancora più alta, ovvero 99,6, raggiungibile con 63 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi.

In pratica, più alto è il numero di notti effettivamente lavorate, più favorevoli saranno i requisiti richiesti: si riduce infatti l’età minima necessaria per poter accedere alla pensione anticipata in forma agevolata.

Durata del lavoro notturno: criteri temporali

Per essere riconosciuto come lavoratore notturno ai fini pensionistici, non basta aver svolto un’attività notturna sporadica o occasionale. È necessario che il lavoro notturno sia stato continuativo e rilevante in termini di durata.

Le alternative previste sono due

  • Aver svolto lavoro notturno per almeno metà della vita lavorativa complessiva;
  • Aver svolto lavoro notturno per almeno 7 anni nei 10 anni precedenti la domanda di pensione.

Questo secondo criterio è particolarmente importante per chi ha iniziato a lavorare in età avanzata o per chi ha alternato periodi di lavoro diurno e notturno.

Quante ore per notte? Due scenari

La normativa distingue anche in base alla durata dell’orario di lavoro notturno:

  • Se il lavoratore ha prestato almeno 6 ore di servizio durante l’intervallo notturno (tra le 22.00 e le 6.00), allora è sufficiente rispettare le soglie annuali indicate sopra (78, 72-77, 64-71 notti).
  • Se il lavoratore ha prestato meno di 6 ore, ma almeno 3 ore nell’arco notturno, allora è richiesto lo svolgimento del lavoro notturno per tutto l’anno, intendendo con ciò un’attività stabile e continuativa per la maggior parte delle settimane lavorative.

In entrambi i casi, la valutazione deve tener conto non solo delle ore effettive, ma anche della tipologia contrattuale e delle mansioni svolte, che devono risultare documentabili.

Pensione anticipata per lavoratori precoci

Un altro vantaggio riservato ai lavoratori notturni riguarda la pensione anticipata per lavoratori precoci. In questo caso, chi può far valere almeno 12 mesi di contributi effettivi prima dei 19 anni, e 41 anni di contributi totali può accedere al trattamento pensionistico senza requisiti anagrafici, purché rientri tra le categorie tutelate (tra cui appunto i lavoratori notturni).

Anche in questo caso, valgono le stesse condizioni legate al numero di notti lavorate e alla durata nel tempo dell’attività notturna.

Concretamente, quindi…

Il riconoscimento del lavoro notturno, ai fini previdenziali, rappresenta un’opportunità concreta per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, soprattutto per chi ha svolto mansioni impegnative sul piano fisico e mentale. Tuttavia, il quadro normativo è articolato e richiede una verifica accurata della propria posizione assicurativa, dei periodi di lavoro notturno effettivamente svolti e della loro documentazione.

Per non perdere questa opportunità:

  • verifica quante notti l’anno hai lavorato effettivamente (tenendo conto delle ore per notte)
  • controlla se hai svolto lavoro notturno per metà della carriera lavorativa o almeno 7 anni su 10
  • valuta, con il supporto di un esperto, quale forma di pensione agevolata è più conveniente per te
  • conserva tutta la documentazione relativa a turni, buste paga, contratti e mansioni.

Una corretta pianificazione previdenziale può fare la differenza tra accedere in tempo a una misura agevolata e dover attendere ulteriori anni di lavoro.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli collegati
Mani che tengono un documento “La mia pensione” davanti a un’insegna INPS, simbolo della gestione separata
Continua a leggere

Autonomi e partite IVA: la trappola silenziosa della Gestione Separata

La gestione separata INPS rappresenta oggi una vera e propria trappola previdenziale per freelance e partite IVA: contributi elevati, pensioni future basse, scarsa protezione sociale. In questo articolo analizziamo a fondo il funzionamento del sistema, i paradossi contributivi, le conseguenze reali e le possibili strategie di difesa — dalla previdenza integrativa alla pianificazione finanziaria personalizzata.
Total
0
Share