Come le imprese stanno usando incentivi per investire in digitalizzazione ed efficienza energetica
Transizione ecologica e innovazione digitale sono diventate leve imprescindibili per la competitività e le PMI italiane si trovano davanti ad una scelta: investire per crescere o rischiare il declino. Eppure, in un contesto economico reso complesso dall’inflazione, dall’instabilità geopolitica e da un accesso al credito sempre più selettivo, emerge una soluzione spesso sottovalutata: la cessione dei crediti fiscali maturati grazie agli incentivi green.
Questo strumento, inizialmente legato soprattutto al Superbonus edilizio, sta assumendo un ruolo sempre più trasversale nell’economia reale, permettendo alle imprese di trasformare benefici fiscali in liquidità immediata, da reinvestire in progetti ad alto valore tecnologico e ambientale. Un effetto volano che, se ben gestito, può segnare il punto di svolta per l’intero sistema produttivo italiano.
Dalla detrazione al capitale circolante: come funziona
La logica è semplice: molte misure incentivanti – dal Credito d’Imposta per beni strumentali 4.0 al Bonus per l’efficienza energetica degli immobili strumentali – generano crediti fiscali compensabili in F24. Ma non sempre l’impresa ha la capacità (o il tempo) di attendere il recupero dilazionato negli anni. È qui che entra in gioco la cessione del credito, cioè la possibilità di “monetizzare” immediatamente questi importi cedendoli a soggetti terzi, come banche, società finanziarie o veicoli specializzati.
Con tassi di acquisto che, a seconda della bancabilità del cessionario e della natura del credito, possono variare dal 60% al 90% del valore nominale, si apre un canale alternativo di finanziamento che non appesantisce il bilancio e non incide sul rating bancario.
Green economy e digitalizzazione: due facce della stessa medaglia
Sempre più imprese stanno utilizzando questi flussi finanziari per sostenere progetti che rispondano alla doppia transizione ecologica e digitale. È il caso di numerose PMI del manifatturiero che, grazie alla liquidità derivante dalla cessione dei crediti per investimenti 4.0, hanno potuto:
- rinnovare linee produttive con macchinari a basso consumo energetico,
- installare impianti fotovoltaici sui tetti degli stabilimenti,
- implementare sistemi di monitoraggio e intelligenza artificiale per l’efficienza dei processi,
- certificarsi ESG o iniziare il percorso verso il bilancio di sostenibilità.
La logica è circolare: gli investimenti generano nuovi crediti, che a loro volta possono essere ceduti per finanziare ulteriori investimenti. Un circuito virtuoso che, se ben orchestrato, può rendere le PMI resilienti, moderne e attrattive anche per investitori e partner internazionali.
I vantaggi per le imprese
I benefici concreti di questo approccio integrato sono numerosi:
- Accesso immediato a liquidità senza ricorrere all’indebitamento tradizionale;
- Ritorni misurabili sul piano economico e ambientale (meno costi energetici, maggiore produttività, più sostenibilità);
- Allineamento con le direttive europee del Green Deal e con i requisiti per accedere a bandi e fondi PNRR;
- Miglioramento della reputazione aziendale, oggi sempre più legata a criteri ESG.
I limiti del sistema e le incognite normative
Tuttavia, il quadro normativo italiano resta instabile. Le modifiche introdotte nei vari decreti negli ultimi due anni (dalla stretta sulle cessioni plurime al divieto per alcune tipologie di soggetti) hanno generato incertezza operativa e rallentamenti nelle filiere. Molti operatori, soprattutto istituzionali, si sono ritirati o hanno ristretto la platea di crediti acquistabili.
In questo contesto, diventa essenziale affidarsi a consulenti specializzati, in grado di valutare la solidità del credito, la correttezza documentale e le opportunità reali di cessione, anche attraverso modelli innovativi come il crowdlending fiscale, che consente di frazionare l’acquisto del credito tra più investitori privati.
Il credito green come leva strategica
Oggi più che mai, la sostenibilità non è un lusso, ma una necessità. E la cessione dei crediti fiscali – se integrata in una visione strategica di crescita – può diventare un acceleratore per la modernizzazione dell’impresa italiana. Servono però regole stabili, piattaforme sicure e una cultura imprenditoriale capace di cogliere le opportunità senza timori.
Chi saprà muoversi per tempo, interpretando i segnali del mercato e sfruttando gli strumenti fiscali in chiave proattiva, sarà il protagonista della nuova economia post-pandemica: più verde, più digitale, più resiliente.
✅ Sei un’impresa interessata a scoprire come trasformare i tuoi crediti fiscali in liquidità per investimenti green e digitali? Contattaci su www.grifofinance.com e costruisci con noi un futuro più sostenibile.