Crescono i mandati corporate per gli agenti in attività finanziaria

Donna sorridente consegna un documento a un consulente durante un incontro professionale su mandati corporate in ambito di mediazione creditizia.

Sempre più micro e piccole imprese si rivolgono alla mediazione: boom al Centro-Sud e segnali incoraggianti nel Nord-Ovest

Qualcosa si sta muovendo, sotto traccia ma con numeri ormai evidenti. Il mondo della mediazione creditizia, che negli ultimi anni sembrava aver consolidato la propria presenza nel segmento privati, sta ora intercettando con forza una nuova domanda: quella delle imprese, soprattutto micro e piccole, che cercano alternative reali al sistema bancario tradizionale.

Secondo i dati più recenti diffusi dall’OAM e rielaborati da fonti del settore, i mandati corporate – ovvero quelli riferiti a clientela con partita IVA – sono cresciuti del 4,5% su base annua. Un dato che, letto in profondità, racconta di un cambio di paradigma silenzioso ma sostanziale: le aziende, messe alle strette da rating bancari rigidi, procedure farraginose e interlocutori poco attenti alle specificità del territorio, stanno riscoprendo la figura dell’agente in attività finanziaria come partner strategico.

La crescita non è omogenea, ma mostra alcune direttrici chiare. Il Centro-Sud traina la tendenza, con regioni come Puglia, Campania, Calabria e Sicilia che vedono un aumento significativo dei mandati aziendali, in particolare per operazioni di leasing, factoring e prestiti garantiti. Al Nord, il movimento è più selettivo, ma con segnali interessanti in Piemonte e Lombardia, dove le imprese artigiane e manifatturiere, spesso lasciate ai margini dai grandi istituti, si rivolgono con crescente fiducia a reti intermedie più agili.

Il fenomeno non riguarda solo le richieste di finanziamento in senso stretto. Sempre più spesso, infatti, gli imprenditori si rivolgono agli agenti anche per essere guidati nella ristrutturazione del debito, nella rinegoziazione di esposizioni pregresse o nell’accesso a strumenti nuovi come il crowdlending, il prestito garantito da crediti fiscali o i plafond agevolati con garanzia SACE. In molti casi, l’agente – se ben formato e sostenuto da una struttura organizzata – è oggi in grado di offrire un servizio più completo e rapido rispetto a quello ottenibile rivolgendosi direttamente a una banca.

È un ribaltamento della narrazione consolidata. Fino a pochi anni fa, l’agente era visto come figura marginale o ancillare, utile forse nel segmento famiglie o per operazioni standardizzate. Oggi invece le imprese, specialmente quelle sotto i due milioni di fatturato, iniziano a considerarlo come un consulente reale, spesso più accessibile del direttore di filiale, e in grado di “parlare la stessa lingua” di chi fa impresa sul campo.

La chiave del cambiamento sta nella capacità di intercettare il bisogno prima che diventi emergenza, offrendo soluzioni costruite su misura, basate su una conoscenza diretta del cliente e una rete di interlocutori affidabili. Un aspetto che le grandi banche, centralizzate e digitalizzate fino all’eccesso, faticano sempre più a garantire.

Naturalmente, non mancano le criticità. La formazione degli agenti resta disomogenea, e in assenza di gruppi di supporto o backoffice esperti, molti operatori si limitano a intermediare prodotti standard senza reale valore aggiunto. Ma laddove la rete è strutturata, il risultato è tangibile: più pratiche concluse, più soddisfazione del cliente, più fiducia nel sistema finanziario alternativo.

Il 2025 potrebbe segnare, in questo senso, l’inizio di una nuova stagione per la mediazione creditizia d’impresa. Una stagione in cui l’agente torna protagonista, non come venditore di prodotti, ma come interlocutore professionale di prossimità. Non è un caso che anche molti giovani stiano guardando con interesse al settore, attratti da un modello che unisce autonomia, relazione diretta e prospettive economiche non trascurabili.

In un mercato del credito sempre più selettivo, frammentato e difficile da decifrare, chi riesce a mediare con competenza e reputazione potrà fare davvero la differenza. E forse non solo per sé, ma per l’intero tessuto economico italiano.


📬 Vuoi raccontarci la tua esperienza con la mediazione creditizia d’impresa? Scrivici a: redazione@grifonews.it

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