Crowdfunding immobiliare: quando l’investimento collettivo apre le porte del mattone anche ai piccoli risparmiatori

Crowdfunding immobiliare. Grafico a linea crescente con cerchi di raccordo e freccia finale, disegnato con gesso bianco su una lavagna blu, che attraversa una sagoma stilizzata di una casa.


Negli ultimi anni, il crowdfunding immobiliare è diventato una delle forme più dinamiche e accessibili di investimento alternativo anche in Italia, intercettando l’interesse crescente di una platea eterogenea di investitori privati. Grazie all’evoluzione tecnologica e alla crescente fiducia verso i canali digitali, oggi è possibile finanziare operazioni immobiliari – nuove costruzioni, ristrutturazioni, acquisti mirati – attraverso piattaforme online specializzate, con quote di partecipazione alla portata anche dei piccoli capitali.

Secondo l’ultimo Rapporto italiano sul Crowdinvesting pubblicato nel 2023, questo comparto ha registrato un incremento del 28% su base annua, con una raccolta dedicata esclusivamente al real estate che ha superato i 56 milioni di euro. Un dato che segna una svolta: l’investimento nel mattone non è più un affare riservato a fondi, società e professionisti del settore, ma una possibilità concreta anche per singoli risparmiatori interessati a diversificare il proprio portafoglio.

Piccoli capitali, grandi opportunità

Il primo punto di forza del crowdfunding immobiliare è l’accessibilità economica: si può iniziare a investire anche con somme comprese tra 100 e 500 euro, abbattendo di fatto le tradizionali barriere d’ingresso del mercato immobiliare. In secondo luogo, si tratta di uno strumento ideale per diversificare il portafoglio, sia per tipologia di progetto che per area geografica, distribuendo il rischio su più fronti.

Un altro elemento da non sottovalutare è il rendimento potenziale, che in Italia può oscillare tra il 7% e il 12% annuo lordo, valori competitivi se confrontati con molti strumenti di investimento tradizionali. Naturalmente si tratta di rendimenti teorici, che dipendono dalla buona riuscita dell’operazione e dai tempi effettivi di realizzazione.

In particolare, le operazioni di fix & flip – cioè quelle che prevedono l’acquisto, la ristrutturazione e la rivendita rapida dell’immobile – o le nuove costruzioni in zone ad alta domanda, offrono margini potenzialmente più interessanti. Le aree urbane con elevata qualità della vita, forte attrattività economica, infrastrutture moderne, università o flussi turistici consolidati sono generalmente considerate le più promettenti per questo tipo di iniziative.

La durata media di questi investimenti si colloca tra i 12 e i 36 mesi, configurandosi quindi come operazioni a medio termine in grado di generare ritorni più veloci rispetto a formule tradizionali come la locazione o il risparmio vincolato.

I rischi da valutare con attenzione

Come in ogni forma di investimento, anche il crowdfunding immobiliare non è privo di rischi. Il primo e più evidente è quello legato alla perdita totale o parziale del capitale investito, nel caso in cui il progetto non vada a buon fine o l’impresa promotrice fallisca. A ciò si aggiunge il rischio operativo, ovvero ritardi nei lavori o nei rimborsi causati da imprevisti burocratici, variazioni normative, problemi edilizi o oscillazioni del mercato.

A differenza di strumenti garantiti come mutui o obbligazioni ipotecarie, molte operazioni di crowdfunding immobiliare non offrono garanzie reali (come ipoteche o fideiussioni) a tutela degli investitori, esponendoli quindi a una rischiosità più elevata.

Altro fattore da considerare è la scarsa liquidabilità dell’investimento: non esiste un mercato secondario attivo per rivendere la propria quota, e il capitale resta immobilizzato fino al completamento dell’operazione. Per questo motivo, il crowdfunding immobiliare è adatto solo a chi può permettersi di vincolare una parte delle proprie risorse per un periodo medio-lungo.

Scegliere con criterio la piattaforma

Un aspetto cruciale per ridurre i rischi è la scelta della piattaforma attraverso cui operare. Il mercato si è ormai popolato di operatori, ma non tutti offrono lo stesso grado di solidità, trasparenza e tutela. È essenziale rivolgersi a intermediari autorizzati da Consob o registrati presso i nuovi registri previsti a livello europeo, come il ECSP Register.

Tra le piattaforme che si stanno affermando nel panorama italiano, alcune offrono anche strumenti di orientamento per gli investitori, con informazioni dettagliate sui progetti, sugli sviluppatori coinvolti e sulle condizioni contrattuali. È il caso di realtà come Rendite Passive, che affiancano alla proposta di investimento anche contenuti educativi, simulazioni di rendimento e avvertenze sui principali errori da evitare.

Il mattone si fa digitale

Il crowdfunding immobiliare rappresenta oggi una opportunità concreta per avvicinarsi al mercato immobiliare con logiche moderne e partecipative, ma va affrontato con la giusta consapevolezza. Non è una scorciatoia per arricchirsi rapidamente, ma un veicolo di investimento che – se ben selezionato e gestito con criterio – può diventare uno strumento efficace di diversificazione e rendimento, a fianco di altri asset più tradizionali.

Prima di investire, è fondamentale valutare attentamente il progetto, il promotore, la struttura finanziaria e la trasparenza informativa. E soprattutto, bisogna ricordare che ogni euro investito in una piattaforma di crowdfunding immobiliare non è solo un’opportunità, ma anche una responsabilità da gestire con intelligenza.

Gianluca Damilano

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