Secondo lo studio State of Health in the EU Italia Profilo della sanità 2023, a curadell’Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari in collaborazione con la Commissione Europea, nel 2021, la spesa sanitaria pro capite in Italia è stata pari a 2.792 EUR, pari all’9,4 % del PIL.
Ma il dato più importante riguarda il finanziamento della stessa:
– tre quarti della spesa vene finanziata con fondi pubblici (la spesa sanitaria),
– la parte restante, quindi quasi 700 EUR è principalmente a carico dei pazienti.
Con un contesto demografico di 59,03 mm d’individui (sempre dati OECD), la spesa diretta a carico dei cittadini in Italia ammonta a più di 40 MLD EUR.
Al fine di determinare correttamente come vengono spesi i soldi della Sanità Pubblica è stato stilato un elenco di servizi e prestazioni che il SSN deve erogare gratuitamente o dietro il pagamento di una quota di partecipazione (il ticket) che costituiscono i Livelli Essenziali di Assistenza, i LEA.
Al fine di monitorare i livelli essenziali di assistenza nel corso del tempo, è stato istituito, presso il Ministero della Sanità, un Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Comitato LEA), cui è affidato il compito di verificare l’erogazione dei LEA in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, nonché la congruità tra le prestazioni da erogare e le risorse messe a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale.
Quindi, cosa garantisce il nostro SSN tramite i LEA? La risposta potrebbe essere praticamente tutto!
Se leggiamo il DPCM 12 gennaio 2017, il decreto individua tre grandi livelli di assistenza:
Prevenzione collettiva e sanità pubblica, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli;
- sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali;
- tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati;
- sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
- salute animale e igiene urbana veterinaria;
- sicurezza alimentare – tutela della salute dei consumatori;
- sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale;
- attività medico legali per finalità pubbliche.
Assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio, così articolati:
- assistenza sanitaria di base;
- emergenza sanitaria territoriale;
- assistenza farmaceutica;
- assistenza integrativa;
- assistenza specialistica ambulatoriale;
- assistenza protesica;
- assistenza termale;
- assistenza sociosanitaria domiciliare e territoriale;
- assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale.
Assistenza ospedaliera, articolata nelle seguenti attività:
- pronto soccorso;
- ricovero ordinario per acuti;
- day surgery;
- day hospital;
- riabilitazione e lungodegenza post acuzie;
- attività trasfusionali;
- attività di trapianto di cellule, organi e tessuti;
- centri antiveleni (CAV).
La spesa sanitaria out-of-pocket delle famiglie italiane
Quindi, nonostante un sistema sanitario che riceve dalle tasse statali e regionali una valanga di miliardi di EUR, nonostante un’organizzazione di altissimo livello, nonostante siano previsti e monitorati una serie di servizi e prestazioni, la famiglia italiana deve accantonare annualmente una certa cifra per le spese sanitarie.
Come si nota dal grafico, tratta dall’analisi del Profilo Sanitario del Paese Italia nel 2021, le famiglie italiane spendono di tasca propria una valanga di soldi per:
- assistenza ambulatoriale (compreso il dentista);
- farmaci;
- assistenza residenziale;
- assistenza ospedaliera.
Inoltre secondo gli esperti, i LEA rimangono inaccessibili per troppi individui. Nel 2019 i dati riportano che – quasi un italiano su due (il 44% della popolazione), a prescindere dal proprio reddito, si è ‘rassegnato’ a pagare personalmente di tasca propria per ottenere una prestazione sanitaria senza neanche provare a prenotarla attraverso il SSN.
Nel prossimo episodio: Quale futuro per le famiglie italiane?