Cinque motivi per cui il leasing sta rivoluzionando l’accesso agli incentivi per l’efficienza energetica
Mancano pochi mesi alla chiusura del Piano Transizione 5.0 e molte imprese stanno ancora valutando come accedere ai crediti d’imposta. La risposta potrebbe essere più semplice del previsto: il leasing si sta rivelando la chiave di volta per sbloccare gli investimenti in efficienza energetica.
Il paradosso degli ultimi mesi
Mentre le aziende italiane corrono contro il tempo per completare gli investimenti entro il 31 dicembre 2025, emerge un paradosso interessante: più si avvicina la scadenza, più il leasing diventa attraente. Perché? La risposta è nel meccanismo stesso del Piano Transizione 5.0.
La rivoluzione del “senza anticipo”
La grande novità introdotta dalla normativa è che per avviare un investimento tramite leasing non serve più l’anticipo del 20% richiesto per gli acquisti diretti. Basta un semplice ordine di acquisto per “congelare” il diritto al credito d’imposta. Questa semplificazione sta cambiando le regole del gioco per migliaia di PMI italiane.
Tre casi reali di successo
Caso 1: la tipografia che ha dimezzato i consumi Una tipografia marchigiana ha sostituito i suoi macchinari obsoleti con nuove macchine da stampa digitali attraverso un contratto di leasing. Risultato: -35% di consumi energetici e credito d’imposta del 35% sull’investimento. Il tutto senza immobilizzare capitali.
Caso 2:il mobilificio e il fotovoltaico europeo Un’azienda del settore legno ha integrato pannelli fotovoltaici di produzione europea nel suo impianto produttivo. Grazie ai coefficienti moltiplicatori (150% del costo), ha ottenuto un credito d’imposta superiore al 40% dell’investimento totale.
Caso 3: la meccanica di precisione “tutto digitale” Un’officina meccanica ha rinnovato completamente il parco macchine con torni e fresatrici 4.0 interconnesse. L’investimento in leasing ha generato un risparmio energetico del 28% e crediti d’imposta per oltre 200.000 euro.
I numeri che contano davvero
Mentre i grandi numeri del Piano Transizione 5.0 fanno notizia (6,3 miliardi di euro di stanziamento), sono i piccoli numeri a fare la differenza per le imprese:
- 3%: la riduzione minima di consumi energetici richiesta a livello di struttura produttiva
- 5%: l’alternativa se si misura il risparmio sul singolo processo
- 0%: l’anticipo necessario per avviare l’investimento con il leasing
- 45%: il credito d’imposta massimo ottenibile per i migliori progetti
Le trappole da evitare (e come il leasing le aggira)
Trappola n.1: la liquidità bloccata Molte imprese rimandano gli investimenti per non immobilizzare capitale. Il leasing risolve il problema mantenendo intatta la liquidità aziendale.
Trappola n.2: la complessità burocratica Le certificazioni ex ante ed ex post spaventano molti imprenditori. Gli operatori di leasing specializzati, come GrifoFinance, offrono supporto completo nella gestione documentale.
Trappola n.3: il timing sbagliato Iniziare l’investimento troppo tardi può compromettere il rispetto delle scadenze. Con il leasing, l’ordine di acquisto “congela” subito il diritto all’incentivo.
L’effetto moltiplicatore del fotovoltaico
Una delle opportunità più sottovalutate del Piano Transizione 5.0 riguarda l’integrazione di sistemi fotovoltaici di produzione europea. I coefficienti moltiplicatori (130%, 140%, 150% del costo) trasformano questi investimenti in vere e proprie “miniere” di crediti d’imposta.
Il leasing rende accessibili anche questi investimenti più consistenti, permettendo alle imprese di beneficiare di:
- Riduzione immediata dei costi energetici
- Crediti d’imposta potenziati
- Miglioramento dell’impronta ambientale
- Valorizzazione dell’immagine aziendale
La cumulabilità: il segreto dei veri esperti
Uno degli aspetti più interessanti (e complessi) del Piano Transizione 5.0 è la possibilità di cumulare i crediti d’imposta con altri incentivi come il Sabatini 4.0 o i fondi europei. Questa strategia, se ben orchestrata, può ridurre il costo effettivo dell’investimento fino al 70-80%.
Il leasing facilita questa ottimizzazione perché:
- Mantiene flessibilità finanziaria per accedere ad altri bandi
- Permette di strutturare investimenti complessi in più fasi
- Offre tempistiche compatibili con i diversi calendari di incentivi
Verso il 2026: cosa aspettarsi
Con la scadenza del Piano Transizione 5.0 fissata al 31 dicembre 2025, molte imprese si chiedono cosa accadrà dopo. Sebbene non ci siano ancora certezze su eventuali proroghe o nuovi strumenti, una cosa è certa: l’efficienza energetica rimarrà al centro delle politiche industriali europee.
Le imprese che oggi investono attraverso il leasing non solo colgono le opportunità immediate, ma si posizionano strategicamente per i futuri strumenti di incentivazione che l’UE introdurrà nel percorso verso la neutralità climatica 2050.
In pratica: i prossimi passi
Per le imprese interessate a sfruttare le ultime opportunità del Piano Transizione 5.0 attraverso il leasing, la roadmap è chiara:
- Audit energetico preliminare per identificare le aree di intervento più promettenti
- Valutazione delle sinergie con altri incentivi disponibili
- Strutturazione dell’investimento attraverso contratti di leasing ottimizzati
- Avvio delle procedure per le certificazioni necessarie
- Monitoraggio dell’implementazione fino al completamento
Il tempo è adesso
Con soli quattro mesi alla scadenza, ogni settimana persa rappresenta un’opportunità mancata. Il leasing ha dimostrato di essere non solo uno strumento finanziario efficace, ma il vero acceleratore della transizione energetica per le PMI italiane.
Per approfondire tutti gli aspetti tecnici e le soluzioni specifiche del Piano Transizione 5.0 attraverso il leasing, consulta anche questa guida completa con esempi pratici e casi studio dettagliati.