Una delle scoperte più frequenti durante l’analisi dell’estratto conto previdenziale è la presenza di “buchi” contributivi: periodi in cui il lavoratore è certo di aver svolto attività lavorativa, ma che non risultano registrati nei dati INPS.
La domanda è immediata: “Come posso recuperarli? Quei mesi o anni lavorati, posso renderli validi per la mia pensione?”
La risposta varia a seconda della situazione concreta, ma in molti casi esiste una procedura per recuperare i contributi mancanti. Vediamo quali sono le opzioni disponibili.
1. I contributi sono stati versati ma non risultano registrati: la segnalazione contributiva (FASE)
Se si è certi di aver avuto un contratto di lavoro nel periodo mancante e si sospetta un errore di registrazione, la prima cosa da fare è verificare se i contributi sono stati effettivamente versati dal datore di lavoro. In caso affermativo, è possibile attivare una procedura gratuita chiamata FASE (acronimo di Fascicolo elettronico del cittadino – Segnalazione contributiva).
Come funziona:
- Accedendo al sito INPS con SPID, CIE o CNS, è possibile inoltrare direttamente una segnalazione contributiva;
- Occorre allegare la documentazione che attesti l’esistenza del rapporto di lavoro e il versamento dei contributi (contratto, buste paga, F24, CUD, ecc.);
- INPS, ricevuta la segnalazione, verifica l’esistenza dei versamenti e, se confermata, provvede a rettificare l’estratto conto contributivo.
È previsto un costo?
No. Trattandosi di un errore di registrazione a fronte di contributi già versati, non è richiesto alcun onere economico al lavoratore.
Quando è utile?
- Errori anagrafici (es. codice fiscale sbagliato)
- Omissioni dovute a problemi informatici o comunicativi
- Incongruenze tra dichiarazioni aziendali e dati INPS
2. I contributi non sono stati versati: costituzione di rendita vitalizia
Diverso è il caso in cui si accerta che i contributi non furono mai versati dal datore di lavoro, oppure non è più possibile rintracciare documentazione ufficiale (specialmente per periodi molto datati).
Cosa si può fare?
Il lavoratore può:
- Fornire prova rigorosa dell’effettivo rapporto di lavoro (contratti, testimonianze, documenti ufficiali);
- Chiedere all’INPS la costituzione di una rendita vitalizia ex art. 13 della Legge n. 1338/1962.
Questa procedura consente, a fronte del pagamento di un onere personale, di ottenere l’accredito dei contributi mancanti.
Quando si applica?
- In assenza di versamenti contributivi da parte del datore;
- Se il periodo è prescritto e non può più essere oggetto di azione legale contro il datore di lavoro;
- Quando si riesce a dimostrare in modo inoppugnabile l’esistenza del rapporto di lavoro.
L’onere economico
È importante sottolineare che la rendita vitalizia è a carico del lavoratore e può risultare onerosa. Si tratta di una soluzione di ultima istanza, da valutare attentamente caso per caso.
3. È possibile agire contro il datore di lavoro?
Se i contributi non sono stati versati e non sono ancora prescritti (generalmente entro 5 anni), è possibile intraprendere un’azione legale per ottenere il risarcimento del danno o per costringere il datore a regolarizzare la posizione. Tuttavia:
- La prova dell’effettivo lavoro svolto è indispensabile;
- I tempi di prescrizione sono decisivi: una volta decorso il termine, l’INPS non può più pretendere il versamento e il lavoratore perde la possibilità di recuperare i contributi a carico del datore.
4. Quando non si può fare nulla?
Nei casi in cui:
- Non si dispone di alcuna documentazione;
- Non vi è alcuna prova dell’esistenza del rapporto di lavoro;
- I contributi non sono mai stati versati e i termini sono prescritti;
non è possibile avviare né la segnalazione contributiva né la rendita vitalizia. In assenza di elementi probatori minimi, purtroppo il periodo non può essere recuperato, con effetti negativi sull’anzianità pensionistica.
Raccomandazioni finali: controllare e conservare
Per evitare brutte sorprese in fase di pensionamento:
- Conservare sempre copie di contratti, buste paga, CUD e qualsiasi documento relativo al lavoro svolto;
- Controllare regolarmente il proprio estratto conto contributivo INPS tramite il servizio online;
- Segnalare tempestivamente eventuali incongruenze o periodi mancanti, evitando di attendere troppo a lungo (i termini di prescrizione possono impedire ogni tipo di intervento).