Posizioni complesse: cosa succede se sei dipendente, amministratore e imprenditore?

Le posizioni complesse tra dipendente, amministratore e imprenditore sollevano dubbi previdenziali. L’articolo chiarisce obblighi contributivi, rischi di contestazioni INPS e condizioni di compatibilità tra ruoli, offrendo indicazioni pratiche per tutelare la carriera assicurativa.
Manager al lavoro con fascicoli su posizioni complesse dipendente, amministratore e imprenditore

Sempre più spesso capita di trovarsi in situazioni lavorative complesse che coinvolgono più ruoli all’interno della stessa azienda:

Ma cosa succede in questi casi a livello previdenziale?

Quali contributi si devono versare? E soprattutto: quali sono obbligatori e legittimi, e quali invece potrebbero generare rischi o contestazioni da parte dell’INPS? Facciamo chiarezza.

Si può essere contemporaneamente dipendente e imprenditore?

Sì, a determinate condizioni. Puoi risultare contemporaneamente:

  • dipendente (con contratto regolare),
  • e imprenditore (quindi iscritto alla Gestione Commercianti),

a patto che le due attività siano distinte e autonome. Ad esempio:

Se lavori part-time (meno del 50%) come dipendente in un’attività diversa da quella imprenditoriale, puoi mantenere entrambe le iscrizioni.

Ma attenzione: non puoi essere dipendente di te stesso per la stessa attività imprenditoriale. Non ci sarebbe nessuna reale subordinazione, e l’INPS potrebbe revocare l’intera posizione.

Posso essere contemporaneamente dipendente e amministratore?

Anche qui la risposta è: dipende. La regola generale è che non puoi impartirti ordini da solo. Quindi:

  • Se sei amministratore unico, è difficile sostenere una reale subordinazione: l’INPS potrebbe annullare i contributi da lavoro dipendente.
  • Se invece sei membro di un consiglio di amministrazione e non hai potere decisionale esclusivo, è possibile mantenere una posizione da lavoratore subordinato, purché ci siano i classici “indici di subordinazione” (orari, vincoli gerarchici, retribuzione fissa, ecc.).

Ogni caso va valutato attentamente, perché l’INPS controlla sempre, e spesso proprio a ridosso della pensione.

E se accerta che il rapporto di lavoro dipendente era fittizio, può:

  • cancellare tutti i contributi versati;
  • negare il rimborso, in caso di dolo accertato.

Potresti perdere 10, 15 o anche 20 anni di contributi, e compromettere l’intera carriera assicurativa.

Amministratore e iscritto alla Gestione Commercianti: è compatibile?

Sì, in teoria puoi essere:

  • Amministratore (con iscrizione alla Gestione Separata INPS),
  • e imprenditore (con iscrizione alla Gestione Commercianti),

ma solo se svolgi attività produttiva concreta all’interno dell’azienda.

Se invece ti limiti ad amministrare e a coordinare l’attività, senza lavorare fisicamente nell’impresa, non sei obbligato a iscriverti alla Gestione Commercianti.

Questo è stato chiarito:

  • da una circolare INPS del 2021,
  • in recepimento di numerose sentenze della Cassazione del 2019 che hanno fatto chiarezza su questa annosa questione.

Quindi…

Se ti trovi in una posizione previdenziale mista (dipendente, amministratore, imprenditore), ti consiglio di:

  • Verificare se le attività sono davvero autonome tra loro;
  • Assicurarti che esistano reali indici di subordinazione se sei anche dipendente;
  • Evitare sovrapposizioni fittizie che potrebbero compromettere la validità dei contributi;
  • Valutare, caso per caso, se l’iscrizione alla Gestione Commercianti sia necessaria o superflua, soprattutto nel ruolo di amministratore.

Prima di decidere come inquadrare la tua attività, chiedi una consulenza previdenziale seria e personalizzata.

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