Riscatto della laurea: il riscatto ordinario conviene davvero?

Riscatto della laurea: il riscatto ordinario conviene davvero? Pile di libri con tocco accademico e diploma arrotolato: simbolo del riscatto della laurea per ottenere anni contributivi validi per la pensione.

Un approfondimento su costi, vantaggi e valutazioni da fare prima di decidere

Tra gli strumenti che i lavoratori hanno a disposizione per costruire un percorso pensionistico più solido e, in alcuni casi, più rapido, il riscatto della laurea occupa certamente un ruolo di primo piano.

Si tratta, infatti, di un’opportunità che consente di valorizzare ai fini pensionistici gli anni del corso legale di studi universitari, periodi che, nella maggior parte dei casi, risultano privi di copertura contributiva e che, di conseguenza, non sono utili né per raggiungere il diritto alla pensione né per incrementarne l’importo.

Ma, come spesso accade in materia previdenziale, la domanda che molti si pongono è: il riscatto ordinario conviene davvero?

La risposta dipende da numerosi fattori.

Cos’è il riscatto ordinario e come funziona?

Quando si parla di riscatto ordinario della laurea, è importante distinguere tra due principali modalità di calcolo, strettamente legate al periodo in cui ricadono gli anni da riscattare.

1. Il riscatto con sistema della riserva matematica (per periodi anteriori al 1996)

Per i periodi di studio precedenti al 1° gennaio 1996, il costo del riscatto viene determinato applicando il metodo della riserva matematica.

In pratica, viene calcolata la differenza tra la pensione che spetterebbe con e senza il riscatto e tale differenza viene moltiplicata per un coefficiente, definito in base a parametri quali l’età del lavoratore, il sesso, gli anni di contribuzione già maturati e la situazione previdenziale complessiva.

Il risultato? Il costo può essere anche molto elevato, soprattutto per chi ha redditi medio-alti e si avvicina alla fine della carriera lavorativa. Non sono rari i casi in cui, per riscattare quattro anni di laurea, l’importo da versare supera anche i 100.000 euro.

Quali vantaggi offre?

L’aspetto positivo del riscatto con riserva matematica è che non comporta penalizzazioni sull’importo della pensione: anzi, i periodi riscattati si aggiungono a quelli già maturati e concorrono ad aumentare sia l’anzianità contributiva sia l’importo finale dell’assegno, mantenendo inalterata la parte di pensione calcolata con sistema retributivo o misto.

Le somme versate per il riscatto ordinario, inoltre, sono, nella generalità dei casi, interamente deducibili dal reddito imponibile, consentendo così un rilevante risparmio fiscale.

2. Il riscatto ordinario con sistema percentuale (per periodi dal 1996 in poi)

Per i periodi successivi al 1° gennaio 1996, il riscatto ordinario prevede invece un diverso criterio di calcolo: si applica un’aliquota percentuale (pari alla contribuzione IVS vigente) sull’ultima retribuzione percepita.

Anche in questo caso, quindi, più alto è lo stipendio, più elevato sarà il costo del riscatto.

Come sempre, vanno valutati attentamente i benefici:

  • la possibilità di anticipare il pensionamento,
  • l’aumento dell’importo della pensione,
  • e il risparmio fiscale derivante dalla deducibilità dei contributi versati.

3. Il riscatto agevolato: un’alternativa interessante, ma non sempre conveniente

Accanto al riscatto ordinario, negli ultimi anni è stato introdotto anche il cosiddetto riscatto agevolato, applicabile esclusivamente ai periodi che verranno calcolati con il sistema contributivo.

Il grande vantaggio di questa modalità è il costo contenuto: per il 2025, ad esempio, si parla di 6.123,15 euro per ogni anno da riscattare.

Un’opzione apparentemente vantaggiosa, soprattutto se confrontata con le cifre molto più elevate del riscatto ordinario. Tuttavia, il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che, per applicare il riscatto agevolato anche ai periodi anteriori al 1996, è necessario optare per il ricalcolo dell’intera pensione con il sistema contributivo.

Un’operazione che, nella maggior parte dei casi, risulta penalizzante: l’importo della pensione, infatti, risulterebbe inferiore rispetto a quello determinato con il sistema misto o retributivo.

Come orientarsi nella scelta?

Il confronto tra riscatto ordinario e riscatto agevolato rappresenta quindi il cuore della valutazione di convenienza.

In sintesi:

  • l riscatto ordinario comporta un costo più elevato, ma consente di mantenere un importo pensionistico maggiore e beneficiare di un risparmio fiscale più consistente.
  • Il riscatto agevolato ha un costo nettamente inferiore, ma nella maggior parte dei casi produce una riduzione dell’assegno pensionistico e un minore beneficio fiscale.

Come accade per molti strumenti previdenziali, anche per il riscatto della laurea non esiste una risposta valida per tutti. Non si può dire in assoluto che il riscatto ordinario convenga o non convenga: tutto dipende dalla storia contributiva, dal reddito, dall’età, dalle prospettive di carriera e dagli obiettivi pensionistici di ciascun lavoratore.

Proprio per questo, è fondamentale affidarsi a una consulenza previdenziale approfondita e personalizzata, in grado di simulare le diverse opzioni e di calcolare concretamente costi e benefici.

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