Da oggi stop alle chiamate estere con numeri italiani, ma i dubbi sull’efficacia restano
Da oggi, martedì 19 agosto, entrano in vigore le nuove disposizioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per contrastare il fenomeno delle chiamate commerciali indesiderate provenienti dall’estero. Le misure, contenute nella delibera del 19 maggio scorso, introducono l’obbligo per gli operatori nazionali di bloccare le chiamate che utilizzano numerazioni italiane false, una pratica nota come CLI Spoofing (Calling Line Identification Spoofing).
Un approccio graduale che lascia spazi aperti
L’implementazione delle nuove regole avverrà in due fasi: la prima, operativa a partire da oggi, riguarderà esclusivamente il blocco delle chiamate dall’estero con numeri italiani di rete fissa. Solo dal 19 novembre si estenderà il divieto anche ai numeri di rete mobile. Questa tempistica dilatata solleva interrogativi sulla completezza dell’intervento: per tre mesi, i call center potranno continuare a utilizzare numeri mobili italiani contraffatti per raggiungere gli utenti.
La tecnica del CLI Spoofing permette ai chiamanti di mascherare la propria identità telefonica, facendo apparire sul display del destinatario un numero italiano familiare, quando in realtà la chiamata proviene dall’estero. Questa strategia di inganno ha dimostrato una preoccupante efficacia nel convincere i cittadini a rispondere alle telefonate.
I numeri del fenomeno: un gigante difficile da fermare
Le dimensioni del problema sono impressionanti. Il settore del telemarketing genera in Italia un giro d’affari di 3 miliardi di euro annui, con 2.035 call center attivi e quasi 80.000 addetti. Tuttavia, accanto agli operatori legali prospera un’economia sommersa di call center ubicati all’estero che operano al di fuori di ogni controllo normativo.
I dati parlano chiaro: nonostante i 32 milioni di utenti iscritti al Registro Pubblico delle Opposizioni, ogni italiano riceve mediamente 5-8 telefonate commerciali a settimana, per un totale stimato di 15 miliardi di chiamate indesiderate all’anno. Cifre che testimoniano come le misure precedenti abbiano avuto un impatto limitato sul fenomeno.
Scetticismo dalle associazioni dei consumatori
Il Codacons ha espresso forti dubbi sulla reale efficacia delle nuove disposizioni. “Le nuove regole non fermeranno il fenomeno delle telefonate commerciali”, ha dichiarato l’associazione, evidenziando come il mercato parallelo dei call center esteri abbia dimostrato una notevole capacità di adattamento alle normative.
La preoccupazione è fondata: se i call center illegali hanno finora aggirato con successo il Registro delle Opposizioni e continuato a operare indisturbati, è lecito chiedersi se non troveranno altrettanto rapidamente soluzioni alternative al blocco dei numeri contraffatti.
Evoluzione delle strategie commerciali aggressive
Il panorama delle chiamate indesiderate si è inoltre notevolmente evoluto. Se in passato si concentravano principalmente su contratti telefonici e forniture energetiche, oggi promuovono sempre più spesso investimenti finanziari e criptovalute, con rischi economici potenzialmente devastanti per i consumatori meno preparati.
Le multe: deterrente sufficiente?
L’Agcom ha previsto sanzioni fino a 1 milione di euro per gli operatori che non rispetteranno le nuove disposizioni. Tuttavia, considerando i profitti generati dal telemarketing illegale e la difficoltà di raggiungere call center operanti dall’estero, resta da verificare se questo sistema sanzionatorio possa rappresentare un deterrente realmente efficace. Non è da oggi che si dice che la sanzione è ormai parte del costo industriale e che il beneficio spesse volte supera le 7/8 volte il costo.
Conclusioni: un passo avanti, ma difficilemente decisivo
Le nuove misure rappresentano indubbiamente un tentativo di risposta istituzionale a un problema che affligge milioni di cittadini. Tuttavia, l’approccio graduale, la limitazione iniziale ai soli numeri fissi e soprattutto la capacità dimostrata dai call center illegali di reinventarsi continuamente sollevano legittimi dubbi sulla possibilità che queste disposizioni possano davvero mettere fine al telemarketing selvaggio.
La sensazione è che si tratti di una misura necessaria, ma probabilmente non sufficiente, che potrebbe al massimo ridurre temporaneamente il fenomeno prima che gli operatori illegali trovino nuove strategie per aggirare i controlli. La vera sfida sarà monitorare l’efficacia delle nuove regole nei prossimi mesi e valutare se sarà necessario un approccio ancora più drastico per tutelare davvero la privacy e la tranquillità dei cittadini italiani.