CDP stanzia un miliardo per il factoring: nuova linfa per le PMI italiane

Un miliardo per il factoring. Uomo d’affari che firma un contratto di factoring con grafici finanziari e mazzette di denaro sul tavolo.

Accordo storico con l’Associazione Italiana del Factoring. Obiettivo: garantire liquidità alle imprese in tempi rapidi, aggirando l’impasse bancario

Un miliardo di euro per sbloccare liquidità immediata alle imprese italiane. È questa la cifra messa sul tavolo da Cassa Depositi e Prestiti, con un’iniziativa che segna un passaggio strategico nel rapporto tra finanza pubblica e tessuto produttivo nazionale. Il nuovo plafond è destinato a sostenere operazioni di factoring, ovvero l’anticipo dei crediti commerciali vantati dalle imprese verso clienti pubblici o privati, e arriva in un momento in cui la necessità di liquidità per le PMI è tornata ad essere drammatica.

L’accordo, siglato tra CDP e l’Associazione Italiana per il Factoring (Assifact), prevede che le risorse vengano utilizzate dalle principali società di factoring attive sul territorio per erogare finanziamenti diretti, con priorità alle micro e piccole imprese. L’operazione, secondo le prime indicazioni, sarà attiva a partire dal terzo trimestre 2025 e potrà mobilitare fino a 4 miliardi di euro complessivi, considerando l’effetto leva.

Per molte aziende, si tratta di una boccata d’ossigeno in una fase storica segnata da tassi d’interesse elevati, allungamento dei tempi di pagamento e maggiore rigidità da parte del sistema bancario. Il factoring – spesso considerato alla stregua di un prodotto di nicchia – sta invece tornando centrale come strumento flessibile e rapido per finanziare il circolante. In particolare, il factoring pro soluto, che consente all’impresa di cedere il credito senza mantenere il rischio di insolvenza, è sempre più richiesto da realtà in difficoltà di tesoreria o che non dispongono di margini bancari sufficienti.

Secondo i dati diffusi da Assifact, nei primi sei mesi del 2025 il mercato del factoring in Italia ha superato i 150 miliardi di euro di crediti ceduti, con una crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma la distribuzione resta squilibrata: le aziende strutturate del Nord rappresentano ancora la maggioranza dei volumi, mentre il Mezzogiorno resta sottorappresentato. È proprio in quest’ottica che il nuovo intervento di CDP intende agire, cercando di estendere i benefici del factoring anche alle imprese più piccole e periferiche, spesso escluse dalle logiche dei grandi gruppi bancari.

Non si tratta però di una misura assistenziale. L’operazione, al contrario, si fonda su logiche di mercato: CDP fornirà la provvista, ma saranno gli operatori del settore a selezionare le imprese e a valutare la cedibilità dei crediti. Una forma di finanza pubblica attiva, che punta a sbloccare risorse dormienti e a incentivare comportamenti virtuosi, premiando le aziende in grado di produrre valore ma penalizzate da ritardi nei pagamenti o da una struttura debole in termini di garanzie.

La mossa di CDP non arriva in un vuoto normativo. Al contrario, si inserisce in un contesto europeo dove il factoring è sempre più visto come strumento centrale per la competitività delle PMI. In Francia e Germania, per esempio, una percentuale significativa del fatturato aziendale viene regolarmente anticipata tramite cessione dei crediti. In Italia, invece, permane una certa diffidenza, legata a fattori culturali e alla scarsa familiarità degli imprenditori con questi strumenti. Ma il contesto sta cambiando.

A dare ulteriore spinta al settore contribuiscono anche le innovazioni tecnologiche: piattaforme digitali, scoring predittivi e sistemi di onboarding automatizzati hanno ridotto tempi e costi, rendendo il factoring accessibile anche a realtà molto piccole, come artigiani e imprese individuali.

Il segnale, dunque, è forte. In un momento in cui il credito bancario si fa attendere, dove la burocrazia rallenta e dove la tensione di cassa rischia di soffocare anche imprese sane, il factoring si riprende il ruolo di ponte tra produzione e incasso. E la presenza di CDP nel meccanismo potrebbe rappresentare quel fattore di fiducia necessario per allargare la platea dei beneficiari.

Ora tocca alle imprese. Capire che vendere un credito non significa “svendere” il proprio lavoro, ma mettere in sicurezza l’equilibrio finanziario. E a volte, semplicemente, sopravvivere.


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