Previdenza pubblica: come i giovani si stanno costruendo una pensione da soli

Nel 2025 i giovani under 40 stanno rinunciando alla previdenza pubblica non per sfiducia ideologica, ma per consapevolezza matematica: carriere discontinue, INPS contributivo, età pensionabile che si allunga. Questo articolo esplora il nuovo approccio alla previdenza: piani individuali, deduzioni fiscali e scelte autonome. Un cambio di paradigma che trasforma la pensione da promessa statale a progetto personale.
Previdenza pubblica: giovane uomo riflette sul futuro della propria pensione

Un’intera generazione ha capito (prima degli altri) che il sistema non reggerà

Nel 2025, parlare di previdenza pubblica e di pensione a un trentenne equivale spesso a evocare un mito lontano, un orizzonte che non fa più parte della progettualità reale. Non si tratta di cinismo o disillusione: è consapevolezza. La generazione dei nati tra gli anni ’80 e ’90 ha compreso, forse più di ogni altra, che il sistema previdenziale pubblico – per come lo abbiamo conosciuto – non è più sostenibile né sufficiente. E non aspetta riforme. Sta già cercando soluzioni.


Il contesto: una crisi silenziosa ma irreversibile

Negli ultimi trent’anni, la previdenza pubblica in Italia è passata da un sistema retributivo (dove la pensione era legata agli ultimi stipendi) a un sistema contributivo puro, in cui si riceve solo ciò che si è effettivamente versato. A fronte di:

  • Carriere sempre più discontinue
  • Lavori precari o sottopagati
  • Gestione separata INPS con aliquote elevate ma rendimenti futuri bassi
  • Età pensionabile che si allunga
  • Rapporto attivi/pensionati in costante peggioramento

la logica conseguenza è che il montante contributivo dei giovani sarà insufficiente a garantire un trattamento dignitoso. Non è pessimismo. È matematica.


I numeri della sfiducia: meno contributi, meno speranze

Uno studio del CENSIS ha evidenziato che più del 60% dei giovani under 35 non crede di ricevere una pensione adeguata. La fiducia nella previdenza pubblica è scesa sotto il 40% nella fascia tra i 25 e i 40 anni.

In parallelo:

  • Cresce l’età media del primo contratto stabile (oggi oltre i 30 anni)
  • Diminuisce la continuità contributiva
  • Si riduce la capacità di versare contributi integrativi

Il risultato? Una disillusione strutturale che porta molti giovani a considerare la pensione pubblica come una “tassa senza ritorno”.


Il paradosso contributivo: si versa tanto, si riceverà poco

Chi oggi lavora con partita IVA, in regime forfettario o nella gestione separata, versa fino al 26% di contributi. Ma a differenza dei lavoratori dipendenti, non ha alcun welfare integrato: niente indennità di malattia, disoccupazione, maternità piena, TFR o pensione aziendale.

In altre parole, i contributi diventano una zavorra, non una garanzia. Ecco perché molti giovani, pur consapevoli dell’importanza di “pensare al domani”, scelgono altre strade.


L’alternativa silenziosa: costruirsi una pensione da soli

Negli ultimi anni è aumentato, seppur lentamente, il numero di giovani che ha aderito a fondi pensione aperti o piani individuali pensionistici (PIP), anche con versamenti minimi e saltuari.

I motivi sono chiari:

  • Deduzione fiscale dei versamenti fino a €5.164,57 annui
  • Gestione flessibile e personalizzabile
  • Possibilità di anticipare il capitale per prima casa, salute, formazione
  • Rendimento potenzialmente superiore alla rivalutazione INPS

Anche con solo 50 o 100 euro al mese, molti giovani stanno avviando una forma di previdenza complementare indipendente. È un segnale: non si fidano più del sistema, ma vogliono restare protagonisti del proprio futuro.


Previdenza come atto di libertà

La nuova generazione non vuole essere definita dal termine “improduttiva”. Vuole strumenti, non promesse. Ecco perché parlare di previdenza oggi non significa più solo discutere di riforme, ma di:

  • Educazione finanziaria
  • Scelte consapevoli
  • Personalizzazione dei percorsi previdenziali
  • Libertà di costruire il proprio futuro, senza intermediari obbligati

Il nuovo motto non è “andare in pensione”, ma “non dipendere da nessuno”.


Il ruolo della consulenza: guida e non imposizione

In questo scenario, il consulente previdenziale ha un compito delicato ma decisivo:

non vendere polizze, ma educare alla pianificazione di lungo periodo.

Le parole chiave sono:

  • Personalizzazione: ogni progetto previdenziale va cucito su misura
  • Realismo: no a rendimenti miracolosi o scenari utopici
  • Costanza: anche piccole somme, ma versate con regolarità, fanno la differenza
  • Diversificazione: previdenza sì, ma anche investimento, protezione e liquidità

Un esempio pratico: il potere dei 100 euro

Un giovane di 30 anni che versa €100/mese in un fondo pensione con rendimento medio del 3,5% netto annuo accumula a 67 anni (senza considerare rivalutazioni fiscali):

  • Capitale finale stimato: circa €96.000
  • Pensione integrativa mensile stimata: circa €400 netti/mese a vita

Niente di miracoloso, ma un’integrazione reale, senza dipendere dallo Stato.


Dalla rinuncia alla responsabilità

I giovani non stanno abbandonando l’idea di previdenza. Stanno rifiutando l’illusione del sistema pubblico come unico pilastro.

Non c’è rassegnazione. C’è un cambio di paradigma.

Chi oggi ha meno di 40 anni non aspetta la pensione.

La progetta, la costruisce e — in molti casi — la anticipa, smettendo di credere nella promessa e iniziando a investire in sé stesso.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli collegati
Mani che tengono un documento “La mia pensione” davanti a un’insegna INPS, simbolo della gestione separata
Continua a leggere

Autonomi e partite IVA: la trappola silenziosa della Gestione Separata

La gestione separata INPS rappresenta oggi una vera e propria trappola previdenziale per freelance e partite IVA: contributi elevati, pensioni future basse, scarsa protezione sociale. In questo articolo analizziamo a fondo il funzionamento del sistema, i paradossi contributivi, le conseguenze reali e le possibili strategie di difesa — dalla previdenza integrativa alla pianificazione finanziaria personalizzata.
Total
0
Share