I fringe benefits: la spinta dei dipendenti e i 1000 o 2000€ di esenzione

I fringe benefit 2025 offrono un’esenzione fiscale fino a 2000€, riducendo il carico su imprese e lavoratori. L’articolo analizza vantaggi, limiti e ruolo del welfare aziendale.
Post-it giallo con scritta Fringe benefit e penna su sfondo rosso corallo

Parlando di fringe benefit, è oramai un fatto accertato: i lavoratori, i dipendenti di un’azienda danno sempre maggiore priorità alla propria salute e al proprio benessere e non solamente al lavoro che svolgono. Aumenta anche il numero dei millenials e degli appartenenti alla “generazione Z” che sta pensando ad un cambiamento del loro stile lavorativo.

L’importanza del benessere rispetto al lavoro è un fenomeno in forte aumento e lo possiamo considerare uno degli effetti più importanti che la pandemia SARS-Cov2 ci ha portato. Cambiano le priorità, cambia la nostra visione del mondo. E per rimanere al passo con i tempi, devono cambiare le aziende. Queste devono dare maggiore importanza alla percezione del posto di lavoro. I dipendenti si aspettano una maggiore considerazione che non passa per forza, anzi quasi mai per una maggiore retribuzione economica. Assistiamo ogni giorno e leggiamo articoli di esperti che ci dicono che il lavoratore è sempre meno “ingaggiato” con il suo lavoro.

Ci aiuta in questo senso il lavoro molto comprensivo e dettagliato della Società di Ricerca Gallup, che nel suo “State of the Global Workplace: 2025 Report” da voce al “global employee”, al dipendente globale. Nel report di quest’anno si evidenzia che dopo due anni di recupero dopo la pandemia l’indice globale ritorna verso livelli molto bassi.

I fringe benefits: la spinta dei dipendenti e i 1000 o 2000€ di esenzione. I fringe benefit 2025 offrono un’esenzione fiscale fino a 2000€, riducendo il carico su imprese e lavoratori. L’articolo analizza vantaggi, limiti e ruolo del welfare aziendale.
I fringe benefits: la spinta dei dipendenti e i 1000 o 2000€ di esenzione. 1

Vedi: https://www.gallup.com/workplace/349484/state-of-the-global-workplace.aspx?thank-you-report-form=1

Il grafico sopra evidenziato ci dice che in Europa abbiamo il più basso grado di coinvolgimento sul lavoro di tutto il mondo. Anzi se andiamo a vedere il dato italiano, ci accorgiamo che da noi tale dato è più basso di tutti. Sarà un caso?

È ora che le aziende, sia grandi sia piccole utilizzino queste informazioni. La realtà aziendale deve comprendere cosa il lavoratore richiede da un ambiente di lavoro. Sono necessari aumenti salariali? Più soldi fanno sempre comodo, ma è il rapporto tra lavoro e tempo libero, tra lavoro e famiglia, tra lavoro e benessere che guida le persone.

In Italia, un paese in cui il lavoro coinvolge sempre meno la persona, che cosa si sta facendo, cosa ha fatto il legislatore per interrompere questa tendenza? Sono state implementate delle politiche sociali rivolte alle donne? Alla gestione del tempo libero? Ci siamo mai preoccupati di come vedono il lavoro i giovani, di far trovare loro un ambiente di lavoro stimolante e accogliente?

Deducibilità dei fringe benefit

Il più recente sforzo tangibile fatto dal Governo è stato nel tanto chiacchierato aumento anche per l’anno 2025 della soglia di deducibilità dei fringe benefit. La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato il regime agevolato per i fringe benefit fino al 2027, portando la soglia di esenzione fiscale e contributiva a:

  • 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico
  • 2.000 euro per quelli con almeno un figlio a carico. 

Attenzione, che questa normativa si può applicare anche a categorie come i co.co.pro e i collaboratori che rientrano nelle categorie di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, e molto più importante, le aziende hanno la facoltà di erogare questi benefit individualmente e non devono necessariamente estenderli a tutti i lavoratori, diversamente da altre misure di welfare. 

Quindi, invece di prevedere

il Governo si limita ad aumentare la quota di fringe benefit esentasse che nelle intenzioni originarie, era dedicata al pagamento delle bollette (luca, gas, acqua) ma che in realtà potrà essere utilizzata dal lavoratore come più gli aggrada.

I fringe benefits sono compensi in natura attribuiti dal datore di lavoro. Tali compensi sono tassati e formano reddito imponibile, ferma restando una soglia di esenzione. Nel caso più recente la soglia di esenzione è passata da 258 a 600 e adesso a 1000/2000€.

Il funzionamento dell’esenzione fiscale è ben evidenziato nel grafico che segue e che dettaglia i vantaggi sia per il lavoratore sia per l’azienda.

I fringe benefits: la spinta dei dipendenti e i 1000 o 2000€ di esenzione. I fringe benefit 2025 offrono un’esenzione fiscale fino a 2000€, riducendo il carico su imprese e lavoratori. L’articolo analizza vantaggi, limiti e ruolo del welfare aziendale.
I fringe benefits: la spinta dei dipendenti e i 1000 o 2000€ di esenzione. 2

Vedi: https://www.manageritalia.it/it/lavoro/welfare-al-servizio-di-imprese-e-persone

È evidente che l’aumento della quota di esenzione mira a ridurre il carico fiscale per le aziende e per il lavoratore, ma sarebbe molto più efficace se si decidesse di diminuire anche di poco il cuneo fiscale.

Va ricordato che l’importo dei fringe benefit viene determinata dal datore di lavoro, oppure può essere prevista nei contratti di assunzione. E’ una liberalità concessa dal datore di lavoro e possono anche essere assegnati ad personam.

Prospettive

Il mondo del lavoro, o meglio il lavoratore sta cambiando. Le aziende dovranno rimanere al passo con i tempi ed offrire al dipendente una serie di vantaggi, di servizi che lo fidelizzino. In questa ottica, il welfare aziendale, inteso nel senso più vasto della parola e del significato, può essere  lo strumento perfetto per attrarre e trattenere talenti, sviluppare le new way of working e migliorare il benessere delle persone. 

Alcuni punti importanti che lasciamo da approfondire

  • Il welfare aziendale: deve essere presentato meglio all’imprenditore. Non deve essere visto solo come un costo.
  • Chi accompagna l’imprenditore nell’approfondire il welfare?
  • Il welfare aziendale deve porre il lavoratore al centro del progetto
  • Il PNRR offre delle opportunità al welfare aziendale. La parità di genere può essere un tema?
  • Dal Welfare al “Corporate Wellbeing”: una strategia nuova per le aziende e per gli esperti del settore. Cosa manca per una offerta di qualità?
  • Le misure “una tantum” del governo, vedi detassazione a 1000/2000€, non offrono opportunità perché poco legate al mercato del lavoro che evolve.
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